domenica 28 agosto 2016

Alan Moore, cinque opere " minori" che vale la pena di leggere

Premessa: se state leggendo questo articolo e non sapete chi è Alan Moore, non avete letto Watchmen o V for vendetta allora siete capitati nel blog sbagliato.
Questa lista salterà a piè pari le "opere più blasonate" del Bardo di Northampton e si concentrerà su titoli, si famosi, ma meno esplorati dalla maggior parte del pubblico.
Condensare in cinque opere tutta la produzione di quello che a mio avviso è uno dei più grandi scrittori di fumetti dei tutti tempi è ovviamente una forzatura, quindi se pensate che nella lista manchino opere di Moore che debbono essere necessariamente incluse non esitate a scriverlo nei commenti.
La prima opera del bardo che mio avviso va recuperata assolutamente è Swamp thing.

Swamp Thing è il suo debutto alla DC comics come autore.
Ed è un debutto con il botto. Alan Moore infatti prende in mano una serie che arrancava stancamente da anni e la trasforma in una palestra di sperimentazione quale non si era mai vista nei fumetti americani prima di allora.
Qui Moore mostra uno dei suoi talenti più grandi: La capacità di "aggiustare" delle storyline traballanti, senza negare ciò che è stato scritto prima, ma anzi rendendolo parte del nuovo corso, in maniera così geniale da farlo sembrare plausibile.
E così fa in Swamp Thing, dove dopo un paio di numeri di assestamento, piazza il colpo del campione scrivendo "lezioni di anatomia" probabilmente la miglior sceneggiatura a fumetti mai scritta.
Dove in poco più di ventidue pagine ribalta completamente le premesse della serie e la trasforma così a fondo che ancora oggi la sua estetica è fortemente ispirata alla sua run.

In Swamp Thing Moore non pago di scrivere storie meravigliose si permette anche di creare l'ossatura di quella che poi diventerà il mondo esoterico della DC, ossatura che nonostante gli anni e qualche autore non certo ispirato ancora mantiene intatto il suo fascino.
Infatti nella serie inserisce sin da subito alcuni personaggi del DC universe (la vertigo era ancora al di là da venire) con una predilezione per quelli legati al mondo della magia, dandone una interpretazione molto più oscura e inquietante.
Uno su tutti Etrigan e la sua controparte umana Jason Blood.
Non contento di tutto ciò si permette anche di creare anche uno dei maghi più affascinanti che sia mai apparso su un albo a fumetti: John Constantine il mago proletario con la sigaretta perennemente accesa. Se non vi ho convinto dopo questa ultima cosa allora siete proprio senza speranza :)
Unica nota stonata i disegni: Intendiamoci non sono bruttissimi e alla fine contribuiscono a creare quella atmosfera inquietante che permea tutta la serie, ma che agli occhi di un lettore moderno, abituato a standard qualitativi diversi potrebbero risultare un po' difficili. Se li volete recuperare la RW Lion lo ha ristampato in sei volumi cartonati che potete recuperare facilmente qui.

La seconda opera di Moore da recuperare è Miracleman.


Miracleman è un'opera precedente rispetto a Swamp Thing.
Di quando ancora Moore lavorava esclusivamente per il mercato inglese ma che è comunque strettamente legata alla scena fumettistica americana.
Infatti Miracleman non è che una scopiazzatura di Capitan Marvel, meglio conosciuto come Shazam.
Miracleman creato negli anni cinquanta da Mick Anglo per la Len Miller & Son dopo che questo ultimi avevano perso i diritti di pubblicazione di capitan Marvel, ha delle premesse perfino più bislacche di quelle di Swamp Thing.
Nonostante tutto Moore una volta alla guida della serie, ancora una volta senza disconoscerne l'intera produzione precedente , riesce a capovolgere completamente le premesse iniziali fissate da Anglo, trasformando quella che era a tutti gli effetti un'opera inconsapevolmente camp, in un fumetto estremamente raffinato e profondo. Se volete cercare le origini del super eroe decostruito, è su queste pagine che lo troverete.
La storia editoriale di questo fumetto però è a dir poco travagliata già a partire dal nome, che inizialmente era Marvelman.
Ovviamente con un nome del genere il fumetto incappò nelle furie della Marvel che a suon di azioni legali fece modificare il nome in Miracleman, poi ci fu la questione dei diritti che Moore aveva lasciato a Neil Gaiman e che quest'ultimo poi per ragioni estremamente complesse si era visto sfilare da Tod Mac Farlane. Dopo una lunghissima causa legale che ha visto Neil Gaiman vincitore sul fondatore della Image, finalmente la Marvel (si proprio lei) ha potuto ristampare l'intera opera a trentaquattro anni dalla sua prima uscita. Ovviamente la Panini ne ha fatto una versione in lingua italiana, prima uscita in albetti spillati, poi successivamente raccolta in volumi.
I volumi usciti sono : Il sogno di un volo, La sindrome del re rosso e per ultimo Olimpo.
La serie dopo la gestione di Moore venne continuata da un giovane esordiente sempre inglese, Tale Neil Gaiman, che si dice fece un lavoro degno del suo predecessore, quindi una volta tanto non limitatevi alla run di Moore, ma arrivate fino in fondo e non ve ne pentirete.


Terza opera meritoria di menzione è Capitan Bretagna


Affidato a Zio Alan nei primi anni ottanta, per quell'esperimento che prese in nome di Marvel UK.
In pratica in quel periodo la Marvel decise di provare a produrre fumetti di supereroi con autori inglesi esclusivamente per il mercato anglosassone.
Quello che ne venne fuori fu un sacco di roba originale e la scoperta che nel vecchio continente di gente che i fumetti li sapeva fare ce ne stava eccome.
Ad Alan Moore toccò Capitan Bretagna personaggio creato da Claremont nel settantanove che stava vivendo una vita editoriale non proprio brillante.
Anche in questo caso Zio Alan, prende in mano il timone, aggiusta le trame più traballanti.e poi innesta la velocità a curvatura.
Quello che ne viene fuori è un fumetto allucinato e visionario, dove tutte le declinazioni della fantascienza inglese si mischiano alla perfezione.
Ai disegni poi c'è Alan Davis con cui aveva gia collaborato per Miracleman che qui ha raggiunto una maturità artistica ed una eleganza senza pari.
Questa opera segnò definitivamente la rottura dei rapporti tra "la casa delle idee" e Moore, rottura che non si è mai più sanata e che ha costretto la Marvel ha non poter scrivere nei credits di Miracleman il nome dello stesso Moore.
Se lo volete recuperare è qui che dovete andare.


Quarta opera di Moore che mi sento di segnalare è Top Ten.

Top Ten nasce dalla linea a fumetti chiamata America's Best Comics, nata da un accordo tra Jim Lee e Moore, dove il primo si impegnava nel pubblicare le opere del secondo lasciando a quest'ultimo il pieno controllo dei contenuti.
Top Ten è un'opera da miniatore, dove ogni vignetta, e sottolineo OGNI, contiene una storia principale e una storia che si svolge sullo sfondo.
Difficilmente si troverà un tale grado di complessità realizzativa in altri fumetti per quanto considerati superiori.
Le citazioni di cui è infarcito tutto il fumetto sono talmente tante che è quasi impossibile coglierle tutte e se ci si prova si rischia seriamente la sindrome di Stendhal.
A questo punto uno potrebbe pensare che storia e personaggi, dopo tutto questo lavoro fatto sulla singola vignetta siano appena abbozzati e privi di spessore, niente di più sbagliato.
L'idea di una forza di polizia formata da supereroi, in una città dove tutti sono supereroi viene trattata con la consueta intelligenza e profondità con cui ci ha abituati il Bardo.
se volete godervelo basta andare qui


Ultima opera sempre tratta dalla linea America's Best Comics e Promethea.

Promethea apparentemente sembra una versione Mooriana di Wonder Woman.
E la prima parte della serie sembra andare in quella direzione con un approccio narrativo classico ma estremamente innovativo, poi arrivati ad un certo punto Moore, fa una svolta repentina e ci lascia tutti a piedi.
Improvvisamente quella che sembrava una delle storie più lineari degli ultimi anni parte per la tangente e ci troviamo con la protagonista a ricevere una lezione esoterica da Moore per bocca delle Promethea passate.
Non contento di questo, Moore sperimenta il linguaggio fumetto come mai fatto prima, fino ad arrivare a pubblicare una storia "circolare" e non vi dico altro ché per spiegarla ci vorrebbe una articolo dedicato.
Promethea non è una lettura facile e Moore non fa nulla per rendercela agevole, però è una lettura che io vi consiglio di affrontare.
La magic press l'ha pubblicata in quattro volumi il primo lo trovate qui.

Buona caccia e buona lettura.


4 commenti: